Articoli

Business Coaching: tra evoluzione e resilienza

Il cambiamento che non è solo reattivo o subito passivamente porta ad una evoluzione consapevole dell’impresa. Allo stesso modo anche la resilienza, ovvero il saper assorbire gli urti e proseguire il cammino è fondamentale per raggiungere gli obiettivi. Il futuro si costruisce sviluppando due elementi fondamentali che confluiscono in una forma integrata di potenziale organizzativo espresso. Vediamo brevemente come.

Per il vocabolario Treccani, il termine evoluzione indica “ogni processo di trasformazione, graduale e continuo, per cui una data realtà passa da uno stato all’altro – quest’ultimo inteso generalmente come più perfezionato – attraverso cambiamenti successivi”. L’evoluzione è quindi un percorso consapevole verso il miglioramento e nelle imprese può riguardare i ruoli, i prodotti, i processi, il modello di business.

Il cambiamento può avere una origine esterna a volte impredicibile ed arrivare come un’onda impetuosa che richiede azioni per non essere travolti dalla marea.  La crisi è infatti una delle fonti principali se non la fonte primaria del cambiamento nelle aziende e questo può spaventare le persone. Spesso temiamo di non essere preparati ad affrontare le avversità e la tempesta.

Cambiare in “stato di crisi” per una organizzazione significa trovarsi nelle condizioni più difficili, quando le scelte e le decisioni vengono prese con la contemporaneità dei criteri dell’urgenza (le soluzioni non sono più rinviabili) e dell’importanza (le soluzioni sono drastiche e con alto impatto emotivo).

L’evoluzione è un percorso di miglioramento consapevole che porta una trasformazione graduale. Questo richiede un passaggio culturale non indifferente, ovvero che il processo di miglioramento debba essere “continuo” e far parte della vita delle organizzazioni, quindi non episodico e legato alle contingenze esterne.

L’evoluzione ha inoltre un approccio morbido: è ben metabolizzata dalle persone perché si fonda su un cambiamento graduale e incrementale. Non si cambia in modo traumatico come in una “pesante” riorganizzazione bensì si cambiano le prassi di lavoro nel quotidiano, minimizzando l’impatto delle discontinuità.

Il Business coaching, per come lo vivo, aiuta le imprese e le allena all’evoluzione:

  1. consente di effettuare un esame della realtà in relazione a quale futuro l’impresa desidera raggiungere, per non essere solamente reattiva di fronte al cambiamento e quindi vivere in modo sofferto le discontinuità che si manifestano;
  2. sviluppa il contesto organizzativo di modo che risulti “quasi impossibile” non arrivare ad una trasformazione, modificando o innovando il modo di lavorare insieme.

Veniamo ora al concetto di resilienza, espressa come la sua la capacità di assorbimento degli urti inaspettati. Certamente non si può pensare che ogni percorso di miglioramento, ogni fase del ciclo di vita di una impresa, non subisca traumi esterni e che il “viaggio organizzativo” sia un tragitto immune da colpi e da scossoni. Evoluzione-Resilienza-Coaching-Narrativo

Si possono avere due categorie di impatti traumatici nelle imprese:

  1. a seguito di cambiamenti dell’ambiente esterno nell’ambito della legislazione, dei fattori socio-culturali, delle condizioni economiche generali;
  2. per i cambiamenti repentini in una o più delle 5 forze competitive descritte dal modello di Porter, ovvero concorrenti diretti, fornitori, clienti, potenziali competitors entranti, produttori di beni sostitutivi.

Prendendo spunto dal concetto di resilienza in biologia, si tratta per tutte le organizzazioni di rispondere rapidamente e adeguatamente a cambiamenti imprevisti, grazie all’abilità di riprendersi con immediatezza e ritornare alla forma che si aveva in quel momento. Secondo l’American Psychological Association la resilienza indica la capacità di un soggetto o di una organizzazione di riprendersi dalle esperienze difficili: si riorganizza la vita in maniera positiva di fronte a forse impulsive che urtano il nostro essere.

Il business coaching sostiene questa capacità nelle organizzazioni e supera l’ostacolo della scarsità di risorse:

  • allenando le persone a sviluppare comportamenti resilienti attraverso strategie mirate e personalizzate.
  • sostenendo lo sviluppo di un modello di gestione delle persone che favorisca l’apprendimento e l’uso immediato delle risorse adattive e creative.

Tra evoluzione e resilienza c’è molto che riguarda il futuro dell’impresa e delle persone: lo sviluppo sostenibile nel proprio ambiente di riferimento ed il saper affrontare con successo le sfide della competizione.

This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 3.0 Italy License.

la responsabilità di vivere il cambiamento

Responsabilità: liberi di interpretarla e di viverla

Quante volte ci viene chiesto di assumerci le nostre responsabilità? Quando invece è una libera scelta, ovvero frutto di un pensiero indipendente che sceglie quale corso si azioni prendere?

Il termine responsabilità deriva dal latino respònsus, participio passato del verbo respòndere, rispondere cioè, in un significato filosofico generale, impegnarsi a rispondere, a qualcuno o a sé stessi, delle proprie azioni e delle conseguenze che ne derivano. Wikipedia.

La responsabilità ha una valenza personale

Siamo responsabili dei nostri pensieri. La nostra attività cognitiva in stato di veglia dipende da noi, siamo noi che alimentiamo il nostro flusso interno dei pensieri, dei collegamenti che sviluppiamo tra i concetti, delle analisi e delle sintesi che elaboriamo. Certamente i nostri pensieri possono essere influenzati o condizionati da stimoli esterni, ma in ultima istanza ogni individuo adulto sceglie cosa pensare e come pensarlo. La vita è quello che il nostro pensiero interpreta rispetto a quello che facciamo e che ci accade.

Siamo responsabili dei nostri sentimenti. La nostra sfera affettiva ed emotiva dipende da noi. Possiamo riconoscere quali emozioni stiamo provando e quale comportamento possiamo adottare per il nostro benessere e quello altrui. Siamo responsabili di poter cambiare il nostro stato emotivo, attuando delle azioni che hanno il fine di modificare la risposta agli stimoli che ci mandano in reazione. L’emotività, i sentimenti, di per sé non implicano una valenza pericolosa, tuttavia sono i comportamenti che mettiamo in pratica a poter avere conseguenze negative.

Siamo responsabili della cura per noi stessi.Mens sana in corpore sano” dicevano i latini. Mantenere in buono stato il nostro corpo e occuparci del nostro spirito. Nutrirci bene sia con l’alimentazione sia con il cibo che scegliamo per la nostra mente, al fine di farla crescere ed elevare. Siamo responsabili del nostro benessere psico-fisico e di tutelare la nostra salute e quella degli altri.

Siamo responsabili delle nostre azioni. Come tutte le persone libere, decidiamo quale corso di azioni adottare e poi agiamo. Possiamo anche cambiare i nostri comportamenti “in itinere” e scegliere di provarne altri. Soprattutto siamo noi a scegliere se restare dentro le nostre abitudini o cambiare: mettersi in moto, imparare nuove cose, cercare nuove vie, affrontare le sfide. Tra la zona di comfort nella cui ansa stiamo al riparo ed il mare aperto, con nuove rotte verso altre opportunità, ci siamo sempre noi!

La responsabilità ha anche una dimensione collettiva e relazionale

La responsabilità - liberi di viverla

Siamo responsabili di comunicare con gli altri. Questa responsabilità viene espressa con la disponibilità allo scambio e l’empatia, accogliendo l’altro sia emotivamente, sia riconoscendo la sua opinione. Occorre spostare l’attenzione dal contenuto della comunicazione, oltre il rumore di fondo, alla relazione e comprendere che il punto di vista dell’altro è altrettanto legittimo. Siamo responsabili di “uscire” dal processo comunicativo in corso e analizzarlo dal di fuori, per capire se e dove non ha funzionato.

Siamo responsabili nei diversi ruoli sociali. La nostra vita si svolge in una dimensione sociale. Ognuno di noi può essere genitore e figlio, partner in una relazione o amico. Siamo lavoratori o studenti, sportivi o tifosi di una squadra, credenti o impegnati in politica, cittadini di una nazione ecc. Apparteniamo a delle comunità, siamo immersi in una molteplicità di ambienti e abbiamo delle responsabilità per come agiamo verso gli altri. Quali benefici di tipo affettivo, sociale, cognitivo o economico, generiamo per loro?

Siamo responsabili verso l’ambiente nel quale viviamo. Abbiamo la responsabilità di tutelare, nella nostra vita quotidiana, il territorio nel quale ci troviamo, il nostro mondo circostante. La nostra sensibilità ambientale collettiva eleva la qualità della nostra vita e può generare processi virtuosi.

Siamo responsabili per il nostro contributo al mondo. Perché facciamo quello che facciamo? Cosa ci rende diversi dagli altri? Quale impronta vogliamo lasciare in ciò che facciamo? Cercare il nostro scopo fondamentale nella vita, individuare la nostra missione nel mondo è una responsabilità che ci appartiene e attribuisce senso a tutto, orientando le nostre azioni.

Concludo citando George Bernard Shaw. “La libertà significa responsabilità: ecco perché molti la temono.”

 

This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 3.0 Italy License.