Tu chiamale se vuoi emozioni

Il senso che attribuiamo alle nostre esperienze alla fine costruisce ciò che per noi è il cammino dell’esistenza. Abbiamo tutti molteplici opzioni per interpretare cosa succede nel vivere quotidiano e quindi abbiamo diverse possibilità di lavorare sul “copione della nostra vita”. In qualche modo i significati che scelgo di attribuire determinano la qualità dei miei giorni, ovvero quello che sento di vivere e che alla fine determina la mia identità.

Ecco che il “sentire” ci apre immediatamente la porta alle emozioni. La radice della parola viene dal verbo latino “moveo”, muovere, con l’aggiunta del suffisso “e”, per indicare un “movimento da, quindi l’emozione contiene anche una tendenza all’azione. Le emozioni ci appartengono, al punto che le utilizziamo quasi senza averne una precisa consapevolezza.

Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi ritrovarsi a volare e sdraiarsi felice sopra l’erba ad ascoltare un sottile dispiacere. E di notte passare con lo sguardo la collina per scoprire dove il sole va a dormire. Domandarsi perchè quando cade la tristezza in fondo al cuore come la neve non fa rumore. … tu chiamale se vuoi emozioni. Lucio Battisti 

Le emozioni per ogni essere umano coinvolgono:

  • il corpo, ovvero gli aspetti fisiologici del nostro organismo
  • i comportamenti, ovvero le azioni che attiviamo
  • i pensieri che facciamo, quelli che si generano dal flusso emotivo

In prima approssimazione si può anche considerare come un insieme unico, sia le emozioni vere e proprie, sia i sentimenti e il nostro umore, adottando come criterio di semplificazione la durata nel tempo ed il picco di coinvolgimento del nostro stato corporeo. Ricordiamo tutti, ad esempio, le famose “farfalle nella pancia”, quando ci sentiamo innamorati.

Quali e quante sono le emozioni? Non c’è univocità a questo proposito tra i ricercatori, almeno per quanto riguarda quelle che si considerano le emozioni primarie. Alcuni studiosi sostengono che siano 6 quelle di base (paura, gioia, rabbia, tristezza, disgusto, sorpresa), altri 8 (aggiungendo quelle dell’interesse e dell’accettazione), altri ancora dieci. Prendendo spunto dal pensiero di Joshua Friedmann, ci sono 3 principali  proposizioni che possiamo considerare per iniziare a sviluppare la nostra competenza emotiva.

1) le emozioni esistono.

Si basano su processi chimici presenti nel nostro corpo e nel nostro cervello, indipendentemente dalla nostra volontà, al punto che tutti provano emozioni in ogni momento. Le nostre emozioni vengono influenzate da svariati fattori e alla fine preparano il nostro corpo a dare risposte e produrre comportamenti. Quello che ci differenzia è come le viviamo: quale interpretazione ne diamo e il modo e l’intensità con cui le utlizziamo.

2) Le emozioni ci influenzano.

La vita umana prima di emozioni sarebbe priva di significato. Il nostro modo di sentire, pensare, agire è influenzato dalle emozioni. A seconda del nostri stati d’animo percepiamo in maniera differente le informazioni e gli stimoli della realtà intorno a noi. I processi che adottiamo per “pensare” e per “sentire” sono interdipendenti. Come scrive A. Bennet: “non ci può essere conoscenza senza emozione. Possiamo divenire consapevoli di una verità solo quando ne percepiamo il significato. Alla cognizione del cervello deve essere aggiunta l’esperienza dell’anima”.

3) Le emozioni sono una fonte ricca di informazioni ed energia.

Le emozioni sono fondamentali per la nostra autorealizzazione e il miglioramento della nostra vita. Hanno una funzione di adattamento e di salvaguardia per alcuni stimoli dell’ambiente. Ci consentono di stabilire e mantenere relazioni soddisfacenti con gli altri. Danno colore alla nostra vita, facendoci identificare ciò che ci piace e quello che non ci piace, in accordo con i nostri valori. Infine hanno una carica di energia tale che producono continue variazioni del nostro umore e incidono sul modo con cui affrontiamo le sfide quotidiane.

Per chiudere questo primo contributo, ogni emozione è una parte di noi che deve essere ascoltata e compresa, ecco il primo passo verso lo sviluppo della nostra intelligenza emotiva.

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